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Art. 18

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Sabato 21 marzo 2009
CORRIERE DELL'UMBRIA
I familiari del ragazzo ricoverato al repartino di psichiatria e deceduto nel dicembre 2007 hanno raccontato la storia a "Mi manda Raitre"
"Luca non doveva morire"

PERUGIA - Un ragazzo generoso e affettuoso. L'Inter, i Pink Floyd, le tipiche passioni di chi ha 29 anni, ma che purtroppo per Luca Gambini, morto in un letto di ospedale il 30 dicembre 2007, si sono spente in seguito all'assunzione di una quantità letale di metadone. A raccontare la storia di Luca, nato e vissuto a San Giustino ma morto mentre era ricoverato al repartino di psichiatria dell'ospedale di Perugia, ieri sera c'erano madre, padre e sorella, tutti ospiti del programma televisivo "Mi manda Raitre". Cristina, sorella di Luca, ha raccontato le vicende di un ragazzo ricoverato per problemi psichiatrici e morto per una dose di metadone sottratta, stando alla denuncia dei familiari, a "un'infermiera dell'ospedale". Papà e mamma di Luca hanno parlato di una "morte assurda, evitabile". La loro battaglia è amara, perché il loro ragazzo ora non c'è più, ma è animata e viva. "La mia vita non è più quella di prima - ha detto più volte mamma Maria Pia - mio figlio è morto in una struttura che doveva sarvargli la vita". Anche gli amici di Luca, intervistati dagli autori del programma, hanno parlato di un "trattamento di serie B riservato a Luca dall'ospedale, una sorta di girone infernale". L'avvocato dei Gambini ha spiegato che ora ci sono due medici e quattro infermieri indagati per cooperazione in omicidio colposo. Il direttore amministrativo dell'Asl 2 di Perugia, Nadia Antonini, in collegamento telefonico, ha parlato di una "sconfitta per tutti". "La commissione di indagine - ha sottolineato Antonini - è stata subito attivata e ora siamo pronti a chiarire gli accadimenti. E il legale del dottor Marco Grignani, primario del reparto, ha difeso il suo cliente parlando di una "scelta consapevole, risultata certo sbagliata ex post ma dettata da professionalità e attenzione". La vicenda, dunque, non smette di far parlare. Dei toni accesi del programma, della disperazione dei familiari delle urla di dolore di una sorella, rimane oggi purtroppo una tragedia immane, che ora si sposta in tribunale. A mamma Maria Pia e papà Pietrino, adesso, non rimane che la magra, tristissima consolazione di capire cosa sia davvero successo quella notte di capodanno.


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