io luca gambini


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Art. 12

Articoli

Domenica 9 marzo 2008
CORRIERE DELL'UMBRIA
Lo sfogo della sorella di Luca Gambini dopo la sua morte a Monteluce
I malati di mente sono di serie B
Nella sede tifernate manca un apposito reparto

CITTA' DI CASTELLO - Il bianco e il nero del sistema sanitario. Accanto una lettera di elogio, qui invece lo sfogo - forte e sentito - di una sorella che di recente ha perso il fratello nel repartino psichiatrico di Monteluce, a Perugia. Cristina Gambini non va tanto per il sottile e lancia accuse pesanti e, a suo dire documentate, sul modo di operare in quel servizio a Monteluce. La Gambini afferma anche: "Ricordo un episodio in cui l'anno scorso, mio fratello ricoverato in "Spdc" a Monteluce, con una gamba ingessata e sottoposto poco tempo tempo prima a un importante intervento chirurgico, essendogli negata l'assistenza continua, e essendoci stata negata a noi familiari la possibilità di assisterlo, lo stesso mio fratello, si trovò costretto una notte, dopo aver chiamato più volte a voce gli infermieri (ricordo che in questo reparto non ci sono i campanelli) a strisciare per il corridoio verso la stanza degli infermieri, i quali, come raccontava in più occasioni mio fratello Luca, di notte spesso dormivano". Detto ciò la stessa donna, che svolge l'attività infermieristica in una struttura psichiatrica di Firenze, afferma "Vorrei sapere, come mai essendo a livello nazionale previsto 1 posto letto ogni 10000 abitanti per i servizi psichiatrici di diagnosi e cura, perché a Città di Castello a cui fa capo una Asl, l'Asl1 di Città di Castello appunto, non vi sia all'interno dell'ospedale generale (come prevede la legge), un Spdc (Servizio psichiatrico diagnosi e cura)? Come mai, come mi è stato detto da persona competente, l'Asl1 non ha obbligo né dovere di vigilare sull'operato del Spdc dell'Asl2 di Perugia? Quale utilità ha per i cittadini residenti nell'Alta Valle del Tevere umbra, avere un Spdc quello di Monteluce, a più di 60 km di distanza? Quale territorialità viene rispettata? Inoltre, sempre a riguardo della territorialità, perché per tutte le aziende sanitarie è importante, a dimostrazione della qualità da queste posseduta, il concetto di attrazione, cioè di quanti utenti afferiscono all'ospedale locale invece di migrare verso centri più lontani ma di maggiore qualità? Perché per il territorio e per la salute mentale, non ci si può spostare ad esempio nella vicina Ausl8 di Arezzo? I muri imposti da un rigido concetto di territorialità ricordano il vecchio muro di Berlino; è stato inutile abbatterlo sostanzialmente se poi è rimasto occultato nella nostra quotidianità scontrandosi con la libertà ma anche con esigenze esistenziali! Perché per tutto il territorio nazionale, non sono adottati gli stessi strumenti di cura per la salute mentale? Questa è l'attuale situazione, e allora non vi è libertà di scelta di cura della propria salute, e questo non è giusto, non è giusto essere costretti ad afferire ad un servizio, che invece di adottare strumenti e tecniche di provata efficacia, adotta comportamenti forse dettati dalla consuetudine e non dall'efficacia. Le diseguaglianze di trattamento nella salute mentale presenti a livello nazionale, vanno contro 3 fondamentali caratteristiche che un sistema sanitario deve avere: la globalità, cioè offrire tutte quelle prestazioni ritenute utili per la salute dei pazienti; la qualità, ovvero, le prestazioni offerte devono essere tutte di elevata qualità; l'universalità, ossia che tutti i cittadini devono avere accesso alle cure senza alcun tipo di barriera. Essendo questa la reale situazione della salute mentale nel nostro territorio, viene da sé che il rispetto degli articoli 32 e 13 della Costituzione, siano messi molto in discussione". Quindi la considerazione finale "Mio fratello Luca Gambini è stato ucciso da tutte queste carenze, e la sua morte, la morte di mio fratello, è solo l'ultimo atto di una lunga serie di disservizi e mal valutazioni. Noi familiari viviamo nel suo ricordo, cercando con fatica di andare avanti, nonostante l'immenso e improvviso vuoto lasciato dal nostro grande Luca".



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