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Mercoledì 21 gennaio 2009
CORRIERE DELL'UMBRIA
Il caso Gambini Grignani deluso dal giudizio dell'associazione milanese
“La verità è un'altra. Eccola”
CITTA' DI CASTELLO – Marco Grignani, responsabile dipartimento salute mentale di Perugia, fornisce la sua chiave di lettura rispetto a quanto affermato sulla morte di Luca Gambini (sei i rinvii a giudizio, due medici e quattro infermieri) da parte dell'associazione “Comitato dei cittadini per i diritti umani di Milano” che si è affiancata alla famiglia, come da richiesta della sorella del defunto, Cristina. Afferma Grignani “La vicenda giudiziaria è ancora in fase iniziale e non vogliamo minimamente esprimerci, nutrendo massima fiducia nella magistratura che, non dubitiamo, farà piena luce sui fatti e su eventuali responsabilità. Quello che preme discutere, però, è l'atteggiamento denigratorio e diffamatorio nei confronti di un servizio e di operatori impegnati quotidianamente nella cura e nel recupero di pazienti in condizioni mentali gravissime. Si tratta di uno dei reparti più grandi d'Italia, che ricovera ogni anno circa 500 tra i casi più complessi e gravi delle Asl di Perugia e Alta Valle del Tevere/Gubbio. Gli operatori, pur tra le molte difficoltà legate ai tanti problemi organizzativi in cui versa tutta la sanità pubblica italiana, riescono a garantire un costante ed elevato livello di prestazioni nell'ambito delle relazioni con i pazienti. Come si possa pensare, a fronte di una singola vicenda tragica, che tutti gli operatori, tutto un servizio si comportino secondo una presunta verità, da nessuno verificata, di mancanza di umanità e di rispetto è un fatto grave”.


cristina99@tim.it