Art. 018
Art. 017
Art. 016
Art. 015
Art. 014
Art. 013
Art. 012
Art. 011
Art. 010
Art. 09
Art. 08
Art. 07
Art. 06
Art. 05
Art. 04
Art. 03
Art. 02
Art. 01
Art. 03

Giovedì 3 gennaio 2008
il Giornale dell'Umbria
L'autopsia effettuata sul corpo di Luca Gambini apre la strada a nuovi sospetti
Overdose in psichiatria,
giallo sull'ora della morte
Altri esami per capire se l'infarto è stato causato dal metadone
_____________________
FRANCESCA BENE
PERUGIA – Molte perplessità e una sola certezza: Luca Gambini è morto
a causa di un arresto cardiaco, ma il suo cuore, e l'organismo in generale,
erano sani. A stroncare il 29enne, trovato morto alle 4 del mattino di
domenica nel suo letto del reparto di psichiatria di Monteluce, deve essere
stata, quindi, l'influenza di un fattore esterno. Fin qui nulla di nuovo,
l'esame (i cui risultati sono al momento solo parziali) confermerebbe la tesi
secondo cui il giovane sarebbe morto a causa di un'overdose di metadone,
sostanza sottratta dalla vittima ad un infermiere, durante la distribuzione
dei medicinali in corsia. I sintomi dell'intossicazione non si sono
manifestati subito e quindi i medici non hanno ritenuto opportuno
sottoporre il ragazzo ad una lavanda gastrica, oppure ad un'iniezione
di Narcan (antidoto per l'avvelenamento da oppiacei). Stando a quanto
annotato sulla cartella clinica, il paziente sarebbe stato sottoposto ad un
monitoraggio continuo. Anche l'ultimo controllo, effettuato alle due di notte a
vrebbe dato esito negativi. Come ha spiegato il primario: “Le funzioni vitali d
el paziente erano nella norma”. Eppure, stando a quanto rilevato
dall'autopsia, Luca Gambini alle 2 di notte, con buona probabilità,
era già morto. L'esame dell'apparato digerente ha rilevato la presenza di cibo,
ingerito presumibilmente 5 ore prima del decesso. Ebbene, secondo il
resoconto di reparto, il giovane avrebbe consumato la cena alle 19. Da qui,
la fissazione dell'orario della morte intorno alla mezzanotte tra
sabato e domenica. Serviranno ulteriori analisi per capire se il cibo non
ancora digerito è quello passato dal reparto per la cena o magari
una merenda consumata dal paziente prima di andare a dormire.
Bisognerà attendere anche per sapere se, e quanto, i 160 millilitri di
metadone ingurgitati (equivalenti a cinque dosi) abbiano influito
sull'arresto cardiaco. Intanto, la procura della Repubblica di
Perugia ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo. Cinque le
persone iscritte nel registro degli indagati. Si tratta del primario del
reparto e di quattro infermieri che hanno coperto i turni relativi alle
18 ore trascorse tra l'ingestione del metadone e il ritrovamento del
cadavere. All'autopsia effettuata ieri, dal medico legale Luca Lalli,
ha partecipato anche l'avvocato Carmelita Cosentino, legale della
famiglia della vittima. “Luca era un ragazzo molto, forse troppo, sensibile.
Non era però un eroinomane e il metadone non faceva parte della terapia
prescrittagli. I medici avrebbero dovuto prevedere che l'assunzione
di una dose da cavallo di metadone, non poteva essere metabolizzata
dall'organismo, come se nulla fosse”.
________________________________________________________________________________

Il ricordo degli amici: “Un ragazzo dolce e altruista”
SAN GIUSTINO – “Nella notte fra sabato e domenica
– scrivono i membri dell'associazione Alice Arci, amici della
vittima – Luca Gambini è deceduto presso il reparto “
Psichiatrico” di Monteluce, in circostanze ancora non chiare.
La vicenda che ha colpito Luca presenta molti lati oscuri:
non vorremmo che fatti come questi possano assumere
un tono scontato per l'opinione pubblica. Luca, nonostante
i suoi problemi, ci piace ricordarlo per la sua dolcezza e
per il suo altruismo. La nostra associazione, composta in
prevalenza da giovani, alcuni dei quali suoi coetanei e
amici, ripone piena fiducia nell'operato della magistratura,
in quanto questo triste episodio ci lascia dispiaciuti e turbati.
Chiediamo chiarezza e verità su quanto accaduto per rendere
giustizia ad un amico”.


Il consigliere comunale Carmine Camicia interviene sulla tragedia
avvenuta a Monteluce
“Serve una commissione per vigilare sul reparto”
PERUGIA – In un “ordine del giorno” il Capogruppo Dc, consigliere
Carmine Camicia, in riferimento al tragico episodio avvenuto
nei giorni scorsi e che coinvolge il Servizio di psichiatria, sottolinea
che “in più occasioni gli operatori sanitari di quel servizio
sono stati lasciati soli a superare tante difficoltà”, e che il grave
fatto “mette a nudo una realtà già denunciata che vede in prima
linea il personale, che deve affrontare tutte le situazioni di
emergenza con pochi strumenti, insufficienti per una struttura
territoriale che ospita pazienti provenienti da tutte le realtà
territoriali”. Camicia chiede pertanto “come previsto dall'art 31
del regolamento del Consiglio” che “al fine di verificare
quanti casi mortali si sono verificati in quella struttura, quanti
tentati suicidi e quanti operatori sono stati costretti a rivolgersi
al Pronto soccorso, per percosse ricevute dai pazienti in stato di
agitazione, di proporre e far approvare al consiglio comunale
la costituzione di una Commissione speciale composta da
esperti, per approfondire l'ennesimo episodio avvenuto all'interno
dell'Spdc, affinché a conclusione dei lavori la Commissione
speciale presenti al consiglio comunale una relazione generale
sull'esito dei lavori”.


cristina99@tim.it